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Che cosa caratterizza il governo liberale? Cosa lo differenzia dai dispositivi di sovranità e dalle forme della statualità assoluta? In che modo esso può gestire l'ingestibile, controllare ciò che non può essere posto sotto controllo, e cioè la libertà degli agenti dai quali dipende la riproduzione dello scambio sociale complessivo? In quale dispositivo si ricompongono l'imperativo liberale "vivi pericolosamente!" - ossia investi sulla tua capacità di autovalorizzazione, rischia il tuo capitale, sfrutta la libertà d'azione che ti è assegnata, afferra le occasioni che ti si offrono, sii opportunista e cinico, agisci insomma da uomo libero - e i meccanismi multilaterali di sicurezza necessari a esorcizzare i "rischi" che questo stesso imperativo comporta? È attorno a questi interrogativi che lavorano i Corsi di Michel Foucault al Collège de France della seconda metà degli anni Settanta: Sicurezza, territorio e popolazione e Nascita della biopolitica. In essi viene respinta l'equazione tra "governamentalità" liberale e totalitarismo, ricostruita la genealogia del neoliberismo e analizzato quanto di nuovo si annuncia nell'esteriorizzazione normativa del mercato e nell'economizzazione complessiva dello scambio sociale. I testi che compongono questo volume si confrontano con queste lezioni di Foucault, cercando di svilupparne non solo le implicazioni teoriche ma anche le poste in gioco politiche.